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lunedì 4 febbraio 2019




Corso di rieducazione posturale
secondo il metodo Mézières
-autoposture adattate al contesto di gruppo-

Lunedì 18 febbraio 2019
ore 10:30 - 11:30
e ore 13:00 - 14:00
presso il centro Namastè – Villa Verucchio
Tenuto dalla dott.ssa Annalisa Morri fisioterapista

Prima prova gratuita
Info e prenotazioni: 3407837330

mercoledì 16 gennaio 2019


ALLENAMENTO FUNZIONALE

SABATO 26 GENNAIO 2019

DALLE 9:30 ALLE 11:30

CENTRO NAMASTE VILLA VERUCCHIO, VIA CUPA 11

Durante l'OPEN DAY, effettueremo allenamenti funzionali a circuito, a corpo libero e con attrezzi, variando l'intensità, difficoltà e tempi di recupero.

L'ALLENAMENTO E' ADATTO A TUTTI...LAVORIAMO SODO...CI DIVERTIAMO!!!



Vi aspettiamo!
         
                  Per info e prenotazioni: 348 5833967
                  Mail: namastevillaverucchio@gmail.com

sabato 4 agosto 2018

BIOCOSTELLAZIONI
Adriana Arlotti Counselor in Biocostellazioni formata presso l'Accademia internazionale di Psicogenealogia di Bologna
 
 
Il sintomo come mezzo di evoluzione e integrazione di chi non viene visto ed accolto dal sistema familiare
 


 
L'amore e la devozione verso il sistema familiare è, in ognuno di noi, importante e profondo. Qualsiasi disordine in esso si manifesti, creerà una "crepa" alla quale, qualche elemento appartenente al sistema familiare stesso, dovrà inconsciamente porre rimedio.
Questo lo porterà inevitabilmente a vivere una vita che non gli appartiene e a sviluppare sintomi fisici e\o emotivi apparentemente incomprensibili.
Chi appartiene al nostro sistema familiare:  genitori, fratelli e sorelle anche non nati, precedenti partner dei genitori e loro figli se le relazioni sono rimaste "sospese", nonni e nonni e vecchi partner se le relazioni sono rimaste "sospese", persone estranee che hanno tolto benefici arrecando danni o concesso benefici alla famiglia, bambini non nati o dati via, ecc. 
Portando alla luce l'irretimento anche il sintomo perde la sua funzione...

 
 



mercoledì 12 settembre 2012

RIFLESSOLOGIA PLANTARE



La riflessologia plantare è una particolare tecnica di massag­gio che si pratica sulle piante dei piedI; essa si basa sul principio che sulle varie zone del piede sono riflesse tutte le funzioni e gli organi del corpo umano come in una vera e propria mappa, e che la manipolazione di questi punti provoca una generale riarmonizzazione di tutto l'organismo con il miglioramento di numerose patologie organiche.
Già praticata da migliaia di anni in Cina e in India, la rifles­sologia è stata introdotta in Occidente all'inizio di questo seco­lo dal medico americano William H. Fitzgerald, considerato il padre della moderna riflessologia, e sviluppata poi da altri stu­diosi in tutto il mondo.La tecnica del massaggio plantare non costituisce soltanto un utile mezzo terapeutico, ma si rivela anche un metodo diagnostico; infatti, tramite la pressione delle varie zone del piede, possono evi­denziarsi delle zone doloranti, che spesso denunciano un disturbo negli organi corrispondenti secondo la mappa riflessologica.Si tratta di una tecnica semplice e non invasiva, adatta a persone di tutte le età, in grado di contribuire alla cura e alla pre­venzione dei più comuni disturbi e al mantenimento di una buona condizione generale di salute.
ORIGINI DELLA RIFLESSOLOGIA PLANTARE
II massaggio riflesso del piede a fini terapeutici è stato prati­cato fin dall'antichità presso popoli e civiltà diverse. In Cina se ne parla nel dodicesimo capitolo del Nei Jing, il più antico trat­tato di medicina cinese, che risale al 2700 a.C., mentre diverse tracce di trattamenti riflessoterapici si trovano anche in India (molto nota, per esempio, è la rappresentazione del piede di Buddha con tutti i simboli del corpo). La riflessologia era ben conosciuta anche presso gli indiani d'America, dove è sempre stata tramandata per tradizione orale; ancora oggi è possibile vederla praticare nelle riserve indiane.In tempi più recenti, nei primi anni del Novecento, una prima teoria delle zone riflesse fu elaborata dal medico americano William H. Fitzgerald, specializzato in otorinolaringoiatria, che lavorò in vari ospedali negli Stati Uniti e in Inghilterra. Probabilmente già interessato alle tecni­che riflessoterapiche praticate nelle tribù indiane, Fitzgerald venne a conoscenza del metodo cinese di massaggio zonale; da questi studi sviluppò la sua terapia delle zone riflesse, secondo cui la pressione e il massaggio di certe zone del corpo (come mani, piedi, naso, orecchie) migliorano le funzioni dei diversi organi e riducono le sensazioni di dolore.Le ricerche di Fitzgerald furono proseguite dalla massaggiatri­ce americana Eunice Ingham, che fecalizzò i suoi studi sul piede come parte del corpo più sensibile; negli anni Trenta tracciò una mappa dettagliata delle zone del piede in rapporto con gli organi del corpo e iniziò a divulgare la riflessologia attraverso corsi e seminari. Da allora il metodo si è ampiamente diffuso, riscuoten­do ovunque il favore dei pazienti sia per la dimostrata efficacia, sia per la sua semplicità come trattamento non invasivo.
PRINCIPI TEORICI DELLA RIFLESSOLOGIA PLANTARE
Secondo la riflessologia, sulle piante dei piedi sono proiettati tutti gli organi e le funzioni del corpo: sulle piante dei piedi sono situate, in effetti, migliaia di ter­minazioni nervose e, secondo la medicina cinese, anche le ter­minazioni di molti meridiani energetici. In caso di circolazione del sangue lenta o difettosa, si depositerebbero in questi punti dei cristalli di acido urico, altre tossine o stasi energetica; con il massaggio, si provoca il progressivo scio­glimento dei depositi, favorendo il ristabilimento della circolazione e, di conseguenza, la riarmonizzazione funzionale dell'organo o della parte del corpo corrispondente. Naturalmente il massaggio plantare non ha soltanto lo scopo di agire su una parte del corpo o su un singolo disturbo, ma sblocca e stimola la circolazione dell'energia vitale, provocando una generale rivitalizzazione dell'organismo; tutte le risorse interne verranno allora coinvolte in un naturale processo di autoguarigione.
VALORE DIAGNOSTICO DELLA RIFLESSOLOGIA PLANTARE
La riflessologia plantare viene considerata anche un importante aiuto diagnostico; infatti, se per ogni organo del corpo esiste una zona corrispondente riflessa sul piede, sarà possibile stabilire se e fino a che punto una parte del corpo funziona correttamente o no (Krasensky, 1987). La sensazione che il paziente prova quando il terapeuta preme un certo punto - piacere, indifferenza, oppure fastidio o dolore - può fornire utili indicazioni sullo stato di equilibrio dell'organo corrispondente a quel punto riflesso nel piede, che viene stimolato e quindi "interrogato". La riflessologia plantare può assumere in molti casi un valore preventivo. Molto spesso, comunque, un ciclo di trattamen­ti è di per sé sufficiente a riequilibrare molti disturbi, tanto che un punto riflesso inizialmente dolente dopo qualche seduta può essere massaggiato senza più provocare alcun fastidio.
TECNICA DELLA RIFLESSOLOGIA PLANTARE
Le varie zone del piede non vengono premute a caso, ma seguendo la mappa dei punti riflessi secondo un percorso ben preciso. Infatti il corpo umano è rappresentato nel piede come un uomo seduto e i punti riflessi hanno la stessa sequenza che gli organi corrispondenti hanno nell'anatomia del corpo: si parte dalla testa, riflessa nelle dita, per scendere poi fino al bacino, riflesso nella zona del calcagno.Per ogni paziente il riflessologo imposta un trattamento per­sonalizzato, programmando uno schema di punti da trattare nel ciclo delle sedute secondo i problemi specifici; ma alcune zone del piede devono essere stimolate in ogni caso, perché sono basilari per la salute. In particolare, trattando i punti del piede corrispondenti all'apparato urinario, si smuovono le tossine accumulate nell'organismo, che entrano in circolo e vengono eliminate dai reni e dal fegato, favorendo la disintossicazione del corpo.
COME SI SVOLGE UNA SEDUTA DI RIFLESSOLOGIA PLANTARE
Dopo un colloquio iniziale e un'analisi dell'eventuale docu­mentazione medica, il paziente viene fatto stendere su un lettino con la schiena leggermente sollevata, per facilitare il rilassamento degli arti inferiori e della schiena, si pone anche un piccolo cuscino o un rullo morbido sotto le ginocchia. Il tera­peuta osserva attentamente lo stato della pelle, la colorazione, la localizzazione di eventuali callosità o desquamazioni, lo stato circolatorio (particolari che spesso danno informazioni sul "lin­guaggio corporeo" e lo stato generale della persona) e procede poi al massaggio dei piedi. In genere una seduta ha una durata media di 45 minuti, ma i tempi possono ridursi in caso di persone che presentano reazio­ni particolari o di bambini piccoli. Un ciclo di trattamenti è com­posto di solito da una decina di sedute, da svolgersi una o due volte la settimana.
Qualche volta si può verificare un leggero peggioramento dei sintomi dopo la prima seduta, ma il fenomeno è di breve durata, e di solito i benefici si notano già dopo quattro o cinque sedute.
BENEFICI DELLA RIFLESSOLOGIA PLANTARE
II campo di applicazione della riflessologia plantare è piuttosto vasto e comprende molti comuni disturbi, come dolori articolari, mal di schiena, artrosi cervicali, lombalgie e sciatalgie, emicranie, problemi digestivi e mestruali, stress e stati di tensione, allergie, disfunzioni ormonali; anche problemi più gravi, come malattie cardiache o circolatorie, possono trarre giovamento dai tratta­menti, che devono però essere praticati con cautela e sotto il controllo medico. Il massaggio riflesso risulta invece controin­dicato in caso di micosi, ulcere, varici, flebiti, problemi vasco­lari di grave entità.Come si è visto, la riflessologia può rivelarsi un ottimo strumento di aiuto.

UN CORPO SANO (..E IN EQUILIBRIO) NON SI AMMALA MAI.....

 ....con l'arrivo dell'autunno è molto importante preparasi ad affrontare il cambiamento, sia con il corpo sia con la mente...Vi aspetto per un test valutativo e/o un buon trattamento per prepararci al meglio!!
Per informazioni e appuntamenti 348 5833967 Adriana Arlotti Naturopata iscritta al Registro Italiano Naturopati e Massaggiatrice Olistica

LA NOSTRA SALUTE

 

IL CORPO GRIDA... Quello Che La Bocca Tace... La malattia è un conflitto tra la personalità e l'anima.


Molte volte...

Il raffreddore "cola" quando il corpo non piange...

Il dolore di gola "tampona" quando non è possibile comunicare le afflizioni.

Lo stomaco "arde" quando le rabbie non riescono ad uscire.

Il diabete "invade" quando la solitudine duole.

Il corpo "ingrassa" quando l'insoddisfazione stringe.

Il mal di testa "deprime" quando i dubbi aumentano.

Il cuore "allenta" quando il senso della vita sembra finire.

Il petto "stringe" quando l'orgoglio schiavizza.

La pressione "sale" quando la paura imprigiona.

Le nevrosi "paralizza" quando il bambino interno tiranneggia.

La febbre "scalda" quando le difese sfruttano le frontiere dell'immunità.

Le ginocchia "dolgono" quando il tuo orgoglio non si piega.

Il cancro "ammazza" quando ti stanchi di vivere.

Ed i tuoi dolori silenziosi? Come parlano nel tuo corpo?

La malattia non è cattiva, ti avvisa che stai sbagliando cammino.

Mi sembra bello condividere questo messaggio: LA STRADA PER LA FELICITÀ NON È DRITTA.

Esistono curve chiamate Equivoci.

Esistono semafori chiamati Amici.

Luci di sicurezza chiamate Famiglia.

E tutto si compie se hai: una ruota di scorta chiamato Decisione.

Un potente motore chiamato Amore.

Una buona assicurazione chiamata Fede.

E abbondante carburante chiamato Pazienza.

Psico-oncologia: pensieri e “cattivo sangue”

di Chiara Sicari
La focalizzazione sulla malattia tende a dominare l’attenzione del medico, che rischia di perdere di vista il paziente. Come l’influenza degli stati mentali dell’individuo sul manifestarsi e sull’evoluzione della patologia tumorale è la variante primaria...
Tratto da Scienza e Conoscenza n. 27.

Parlare di cancro è sempre un argomento difficile da trattare, dal momento che ogni volta crea aspettative che non sempre possono essere soddisfatte, e può ancora peggio, creare delle false speranze.
Per tutti questi motivi mi limiterò a fare delle considerazioni che derivano da anni di lavoro ed osservazioni su questo argomento.
Nel corso degli anni mi sono dedicata alla ricerca di qualcosa che potesse dare un significato a ciò che osservavo nel mio ambulatorio, cercando di capire perché l’evoluzione della malattia, sebbene di origine cellulare simile, evolvesse diversamente, anche se trattata con gli stessi metodi. La riflessione mi ha portato a considerare l’unica variante che riuscivo ad individuare, rappresentata dal soggetto che avevo davanti.
Da questa considerazione ho cominciato a fare una statistica sempre più capillare indagando sulle abitudini di vita, sul vissuto, mettendo sempre più in luce un aspetto importante che condizionava l’evoluzione, oltre la patogenesi della malattia: le esperienze vissute dai pazienti. In questi anni la psico-oncologia sta studiando, mettendo in risalto con sempre più importanza la relazione dello stato mentale con il manifestarsi e lo sviluppo della malattia. Per questo gli studi si sono concentrati nella ricerca delle prove delle modificazioni biologiche, in senso cancerogenetico, indotte da stati mentali.
Ronald Glaser, dell'Università dell'Ohio, per esempio, ha analizzato un certo numero di pazienti psichiatrici dividendoli in due gruppi a seconda del grado di depressione (maggiore o minore). I linfociti prelevati dai due gruppi sono stati danneggiati con radiazioni. In seguito, è stata misurata la capacità di riparazione del danno ai linfociti, che è risultata maggiore nel gruppo con depressione minore, e viceversa.
Analisi più complesse sono state realizzate, negli anni Ottanta, da L. Temoshok che, in gruppi di persone sofferenti di cancro, ha trovato minori ostacoli alla diffusione del tumore (minore presenza di linfociti nei tumori, minore resistenza dei tessuti alla limitazione della diffusione, maggiore indice di divisione cellulare) in quelle persone maggiormente represse dal punto di vista emozionale.
L. Temoshok, da questi studi, arrivò a formulare la teoria della personalità di tipo C (cancer risk personality) e cioè di quell'insieme di tratti individuali che espongono maggiormente al rischio di cancro.
P. Pancheri [trattato di medicina psicosomatica – Uses edizioni 1984] e la sua scuola hanno da tempo ipotizzato che l'inibizione emozionale, producendo una risposta non efficiente allo stress -nel senso che il soggetto in questione non è in grado di attivare e disattivare rapidamente la reazione di stress, mantenendosi invece in uno stato di iperattivazione cronica di grado moderato - sopprime o altera la risposta immunitaria lasciando così campo libero alla cancerogenesi.
Questa teoria ha trovato, nel corso degli anni, vari riscontri sperimentali anche in studi sugli animali.
Si è visto infatti che animali da laboratorio sottoposti a stress cronico e/o comunque non evitabile, a inibizione dell'azione, si ammalano di cancro più facilmente di altri.



Chiara Sicari
Laurea in medicina e chirurgia, Specialista in Medicina Generale, medico di base si occupa di oncologia da 10 anni, in particolare del metodo "Di Bella". Ricercatrice di nuovi metodi che riescano ad affrontare la patologia cercando di individuare le cause che hanno determinato la malattia, personalizzando la terapia.