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mercoledì 12 settembre 2012

RIFLESSOLOGIA PLANTARE



La riflessologia plantare è una particolare tecnica di massag­gio che si pratica sulle piante dei piedI; essa si basa sul principio che sulle varie zone del piede sono riflesse tutte le funzioni e gli organi del corpo umano come in una vera e propria mappa, e che la manipolazione di questi punti provoca una generale riarmonizzazione di tutto l'organismo con il miglioramento di numerose patologie organiche.
Già praticata da migliaia di anni in Cina e in India, la rifles­sologia è stata introdotta in Occidente all'inizio di questo seco­lo dal medico americano William H. Fitzgerald, considerato il padre della moderna riflessologia, e sviluppata poi da altri stu­diosi in tutto il mondo.La tecnica del massaggio plantare non costituisce soltanto un utile mezzo terapeutico, ma si rivela anche un metodo diagnostico; infatti, tramite la pressione delle varie zone del piede, possono evi­denziarsi delle zone doloranti, che spesso denunciano un disturbo negli organi corrispondenti secondo la mappa riflessologica.Si tratta di una tecnica semplice e non invasiva, adatta a persone di tutte le età, in grado di contribuire alla cura e alla pre­venzione dei più comuni disturbi e al mantenimento di una buona condizione generale di salute.
ORIGINI DELLA RIFLESSOLOGIA PLANTARE
II massaggio riflesso del piede a fini terapeutici è stato prati­cato fin dall'antichità presso popoli e civiltà diverse. In Cina se ne parla nel dodicesimo capitolo del Nei Jing, il più antico trat­tato di medicina cinese, che risale al 2700 a.C., mentre diverse tracce di trattamenti riflessoterapici si trovano anche in India (molto nota, per esempio, è la rappresentazione del piede di Buddha con tutti i simboli del corpo). La riflessologia era ben conosciuta anche presso gli indiani d'America, dove è sempre stata tramandata per tradizione orale; ancora oggi è possibile vederla praticare nelle riserve indiane.In tempi più recenti, nei primi anni del Novecento, una prima teoria delle zone riflesse fu elaborata dal medico americano William H. Fitzgerald, specializzato in otorinolaringoiatria, che lavorò in vari ospedali negli Stati Uniti e in Inghilterra. Probabilmente già interessato alle tecni­che riflessoterapiche praticate nelle tribù indiane, Fitzgerald venne a conoscenza del metodo cinese di massaggio zonale; da questi studi sviluppò la sua terapia delle zone riflesse, secondo cui la pressione e il massaggio di certe zone del corpo (come mani, piedi, naso, orecchie) migliorano le funzioni dei diversi organi e riducono le sensazioni di dolore.Le ricerche di Fitzgerald furono proseguite dalla massaggiatri­ce americana Eunice Ingham, che fecalizzò i suoi studi sul piede come parte del corpo più sensibile; negli anni Trenta tracciò una mappa dettagliata delle zone del piede in rapporto con gli organi del corpo e iniziò a divulgare la riflessologia attraverso corsi e seminari. Da allora il metodo si è ampiamente diffuso, riscuoten­do ovunque il favore dei pazienti sia per la dimostrata efficacia, sia per la sua semplicità come trattamento non invasivo.
PRINCIPI TEORICI DELLA RIFLESSOLOGIA PLANTARE
Secondo la riflessologia, sulle piante dei piedi sono proiettati tutti gli organi e le funzioni del corpo: sulle piante dei piedi sono situate, in effetti, migliaia di ter­minazioni nervose e, secondo la medicina cinese, anche le ter­minazioni di molti meridiani energetici. In caso di circolazione del sangue lenta o difettosa, si depositerebbero in questi punti dei cristalli di acido urico, altre tossine o stasi energetica; con il massaggio, si provoca il progressivo scio­glimento dei depositi, favorendo il ristabilimento della circolazione e, di conseguenza, la riarmonizzazione funzionale dell'organo o della parte del corpo corrispondente. Naturalmente il massaggio plantare non ha soltanto lo scopo di agire su una parte del corpo o su un singolo disturbo, ma sblocca e stimola la circolazione dell'energia vitale, provocando una generale rivitalizzazione dell'organismo; tutte le risorse interne verranno allora coinvolte in un naturale processo di autoguarigione.
VALORE DIAGNOSTICO DELLA RIFLESSOLOGIA PLANTARE
La riflessologia plantare viene considerata anche un importante aiuto diagnostico; infatti, se per ogni organo del corpo esiste una zona corrispondente riflessa sul piede, sarà possibile stabilire se e fino a che punto una parte del corpo funziona correttamente o no (Krasensky, 1987). La sensazione che il paziente prova quando il terapeuta preme un certo punto - piacere, indifferenza, oppure fastidio o dolore - può fornire utili indicazioni sullo stato di equilibrio dell'organo corrispondente a quel punto riflesso nel piede, che viene stimolato e quindi "interrogato". La riflessologia plantare può assumere in molti casi un valore preventivo. Molto spesso, comunque, un ciclo di trattamen­ti è di per sé sufficiente a riequilibrare molti disturbi, tanto che un punto riflesso inizialmente dolente dopo qualche seduta può essere massaggiato senza più provocare alcun fastidio.
TECNICA DELLA RIFLESSOLOGIA PLANTARE
Le varie zone del piede non vengono premute a caso, ma seguendo la mappa dei punti riflessi secondo un percorso ben preciso. Infatti il corpo umano è rappresentato nel piede come un uomo seduto e i punti riflessi hanno la stessa sequenza che gli organi corrispondenti hanno nell'anatomia del corpo: si parte dalla testa, riflessa nelle dita, per scendere poi fino al bacino, riflesso nella zona del calcagno.Per ogni paziente il riflessologo imposta un trattamento per­sonalizzato, programmando uno schema di punti da trattare nel ciclo delle sedute secondo i problemi specifici; ma alcune zone del piede devono essere stimolate in ogni caso, perché sono basilari per la salute. In particolare, trattando i punti del piede corrispondenti all'apparato urinario, si smuovono le tossine accumulate nell'organismo, che entrano in circolo e vengono eliminate dai reni e dal fegato, favorendo la disintossicazione del corpo.
COME SI SVOLGE UNA SEDUTA DI RIFLESSOLOGIA PLANTARE
Dopo un colloquio iniziale e un'analisi dell'eventuale docu­mentazione medica, il paziente viene fatto stendere su un lettino con la schiena leggermente sollevata, per facilitare il rilassamento degli arti inferiori e della schiena, si pone anche un piccolo cuscino o un rullo morbido sotto le ginocchia. Il tera­peuta osserva attentamente lo stato della pelle, la colorazione, la localizzazione di eventuali callosità o desquamazioni, lo stato circolatorio (particolari che spesso danno informazioni sul "lin­guaggio corporeo" e lo stato generale della persona) e procede poi al massaggio dei piedi. In genere una seduta ha una durata media di 45 minuti, ma i tempi possono ridursi in caso di persone che presentano reazio­ni particolari o di bambini piccoli. Un ciclo di trattamenti è com­posto di solito da una decina di sedute, da svolgersi una o due volte la settimana.
Qualche volta si può verificare un leggero peggioramento dei sintomi dopo la prima seduta, ma il fenomeno è di breve durata, e di solito i benefici si notano già dopo quattro o cinque sedute.
BENEFICI DELLA RIFLESSOLOGIA PLANTARE
II campo di applicazione della riflessologia plantare è piuttosto vasto e comprende molti comuni disturbi, come dolori articolari, mal di schiena, artrosi cervicali, lombalgie e sciatalgie, emicranie, problemi digestivi e mestruali, stress e stati di tensione, allergie, disfunzioni ormonali; anche problemi più gravi, come malattie cardiache o circolatorie, possono trarre giovamento dai tratta­menti, che devono però essere praticati con cautela e sotto il controllo medico. Il massaggio riflesso risulta invece controin­dicato in caso di micosi, ulcere, varici, flebiti, problemi vasco­lari di grave entità.Come si è visto, la riflessologia può rivelarsi un ottimo strumento di aiuto.

UN CORPO SANO (..E IN EQUILIBRIO) NON SI AMMALA MAI.....

 ....con l'arrivo dell'autunno è molto importante preparasi ad affrontare il cambiamento, sia con il corpo sia con la mente...Vi aspetto per un test valutativo e/o un buon trattamento per prepararci al meglio!!
Per informazioni e appuntamenti 348 5833967 Adriana Arlotti Naturopata iscritta al Registro Italiano Naturopati e Massaggiatrice Olistica

LA NOSTRA SALUTE

 

IL CORPO GRIDA... Quello Che La Bocca Tace... La malattia è un conflitto tra la personalità e l'anima.


Molte volte...

Il raffreddore "cola" quando il corpo non piange...

Il dolore di gola "tampona" quando non è possibile comunicare le afflizioni.

Lo stomaco "arde" quando le rabbie non riescono ad uscire.

Il diabete "invade" quando la solitudine duole.

Il corpo "ingrassa" quando l'insoddisfazione stringe.

Il mal di testa "deprime" quando i dubbi aumentano.

Il cuore "allenta" quando il senso della vita sembra finire.

Il petto "stringe" quando l'orgoglio schiavizza.

La pressione "sale" quando la paura imprigiona.

Le nevrosi "paralizza" quando il bambino interno tiranneggia.

La febbre "scalda" quando le difese sfruttano le frontiere dell'immunità.

Le ginocchia "dolgono" quando il tuo orgoglio non si piega.

Il cancro "ammazza" quando ti stanchi di vivere.

Ed i tuoi dolori silenziosi? Come parlano nel tuo corpo?

La malattia non è cattiva, ti avvisa che stai sbagliando cammino.

Mi sembra bello condividere questo messaggio: LA STRADA PER LA FELICITÀ NON È DRITTA.

Esistono curve chiamate Equivoci.

Esistono semafori chiamati Amici.

Luci di sicurezza chiamate Famiglia.

E tutto si compie se hai: una ruota di scorta chiamato Decisione.

Un potente motore chiamato Amore.

Una buona assicurazione chiamata Fede.

E abbondante carburante chiamato Pazienza.

Psico-oncologia: pensieri e “cattivo sangue”

di Chiara Sicari
La focalizzazione sulla malattia tende a dominare l’attenzione del medico, che rischia di perdere di vista il paziente. Come l’influenza degli stati mentali dell’individuo sul manifestarsi e sull’evoluzione della patologia tumorale è la variante primaria...
Tratto da Scienza e Conoscenza n. 27.

Parlare di cancro è sempre un argomento difficile da trattare, dal momento che ogni volta crea aspettative che non sempre possono essere soddisfatte, e può ancora peggio, creare delle false speranze.
Per tutti questi motivi mi limiterò a fare delle considerazioni che derivano da anni di lavoro ed osservazioni su questo argomento.
Nel corso degli anni mi sono dedicata alla ricerca di qualcosa che potesse dare un significato a ciò che osservavo nel mio ambulatorio, cercando di capire perché l’evoluzione della malattia, sebbene di origine cellulare simile, evolvesse diversamente, anche se trattata con gli stessi metodi. La riflessione mi ha portato a considerare l’unica variante che riuscivo ad individuare, rappresentata dal soggetto che avevo davanti.
Da questa considerazione ho cominciato a fare una statistica sempre più capillare indagando sulle abitudini di vita, sul vissuto, mettendo sempre più in luce un aspetto importante che condizionava l’evoluzione, oltre la patogenesi della malattia: le esperienze vissute dai pazienti. In questi anni la psico-oncologia sta studiando, mettendo in risalto con sempre più importanza la relazione dello stato mentale con il manifestarsi e lo sviluppo della malattia. Per questo gli studi si sono concentrati nella ricerca delle prove delle modificazioni biologiche, in senso cancerogenetico, indotte da stati mentali.
Ronald Glaser, dell'Università dell'Ohio, per esempio, ha analizzato un certo numero di pazienti psichiatrici dividendoli in due gruppi a seconda del grado di depressione (maggiore o minore). I linfociti prelevati dai due gruppi sono stati danneggiati con radiazioni. In seguito, è stata misurata la capacità di riparazione del danno ai linfociti, che è risultata maggiore nel gruppo con depressione minore, e viceversa.
Analisi più complesse sono state realizzate, negli anni Ottanta, da L. Temoshok che, in gruppi di persone sofferenti di cancro, ha trovato minori ostacoli alla diffusione del tumore (minore presenza di linfociti nei tumori, minore resistenza dei tessuti alla limitazione della diffusione, maggiore indice di divisione cellulare) in quelle persone maggiormente represse dal punto di vista emozionale.
L. Temoshok, da questi studi, arrivò a formulare la teoria della personalità di tipo C (cancer risk personality) e cioè di quell'insieme di tratti individuali che espongono maggiormente al rischio di cancro.
P. Pancheri [trattato di medicina psicosomatica – Uses edizioni 1984] e la sua scuola hanno da tempo ipotizzato che l'inibizione emozionale, producendo una risposta non efficiente allo stress -nel senso che il soggetto in questione non è in grado di attivare e disattivare rapidamente la reazione di stress, mantenendosi invece in uno stato di iperattivazione cronica di grado moderato - sopprime o altera la risposta immunitaria lasciando così campo libero alla cancerogenesi.
Questa teoria ha trovato, nel corso degli anni, vari riscontri sperimentali anche in studi sugli animali.
Si è visto infatti che animali da laboratorio sottoposti a stress cronico e/o comunque non evitabile, a inibizione dell'azione, si ammalano di cancro più facilmente di altri.



Chiara Sicari
Laurea in medicina e chirurgia, Specialista in Medicina Generale, medico di base si occupa di oncologia da 10 anni, in particolare del metodo "Di Bella". Ricercatrice di nuovi metodi che riescano ad affrontare la patologia cercando di individuare le cause che hanno determinato la malattia, personalizzando la terapia.

ADHD: somministrazioni "facili" di psicofarmaci ai bambini in Italia


di Giù le Mani dai Bambini
Testimonianza della mamma di un bambino distratto e agitato a scuola: “All’ASL di San Donà di Piave mi hanno prescritto metanfetamine dopo una visita di neanche mezz'ora, proponendomi solo lo psicofarmaco e senza neanche informarmi dei potenziali effetti collaterali, eppure il mio bimbo non era grave”.

Poma (Giù le Mani dai Bambini): "E' necessaria un’immediata ispezione del Ministero presso questo centro pubblico che spaccia psicofarmaci ai bambini come fossero caramelle”. Nonnis (Neuropsichiatria di Roma): “Sapevamo di abusi, ma in USA, evidentemente il mal costume è arrivato da noi”.  Binetti (Camera Deputati): "Ho presentato un'interrogazione urgente al Ministro: è necessario valutare la revoca immediata delle autorizzazioni ai centri che non seguono le direttive"

Pubblicata oggi da “Giù le Mani dai Bambini®” 
 il più rappresentativo Comitato per la farmacovigilanza pediatrica in Italia (www.giulemanidaibambini.org)  l'intervista alla mamma di un bambino distratto a scuola, agitato e lievemente sopra la norma, cui sarebbe stato prescritto un potente psicofarmaco (la metanfetamina Ritalin®) alla prima visita e senza illustrarne i potenziali effetti collaterali. Le linee guida per l'ADHD (Sindrome da Iperattività e Deficit di Attenzione) redatte dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS)  che  prevedono procedure accurate, l’utilizzo del farmaco solo nei casi limite e comunque affiancato da terapie non farmacologiche – sarebbero quindi state violate dai vertici sanitari della neuropsichiatria di una delle più importanti ASL di riferimento nel nord-Italia per la cura di questi disturbi. La mamma in questione, che si era recata dal Dott. Dino Maschietto, neuropsichiatra infantile a capo del team della ULSS 10 di Dan Donà di Piave (VE), afferma infatti: "Il medico mi disse che dubitava che con qualsiasi altra tecnica mio figlio di 10 anni avrebbe potuto risolvere i suoi problemi, e quindi non mi ha proposto alcuna terapia alternativa allo psicofarmaco, il tutto dopo una visita durata non più di mezz’ora, e senza fare al bimbo alcun esame medico se non la compilazione di questionari e qualche test". Anche l'informativa sugli effetti collaterali – obbligatoria per legge quando si parla di questi discussi prodotti farmaceutici – pare essere stata trascurata: "No, non mi sono stati illustrati in alcun modo i possibili rischi del farmaco o gli effetti collaterali", ha affermato la signora, che ha fornito al Comitato i propri dati anagrafici completi.

FISIOPATOLOGIA QUANTISTICA E DOLORE


di Arcangelo Miranda

Esiste solo un’energia, il prana o Ki, che vibra a differenti frequenze determinando infiniti tipi di manifestazioni. Questo dato, confermato dalla meccanica quantistica, ci ricollega alle antiche e mistiche conoscenze per le quali tutto è UNO e qualsiasi disarmonia, vedremo, dà luogo a disturbi o malattie nell’area di chi possiede il turbamento. Tutto ciò che esiste è coscienza che qualcuno sta pensando e il nostro corpo è la rappresentazione di una coscienza che noi stiamo elaborando. In presenza di traumi, alcune aree del corpo rimangono energeticamente bloccate sfuggendo alla nostra coscienza “conscia” e rimanendo anestetizzate all’IO.
Il concetto delle reazioni di guarigione è ben nota in altre discipline mediche come l’omeopatia e la chiropratica, ma è solitamente sconosciuta alla medicina ortodossa.
Con il miglioramento del livello energetico, a seguito di programmi di riequilibrio, hanno luogo alcune reazioni che vengono chiamate ritraccia, reazioni di guarigione o crisi di guarigione; la spiegazione di questa ritraccia è che le emozioni non poterono essere osservate completamente dall’osservatore (l’essere spirituale) all’epoca in cui l’evento ebbe luogo a causa di una carenza energetica; infatti un forte trauma fisico o emozionale crea più o meno incoscienza e questa quantità è direttamente correlata con la carenza energetica.

LA VITA.....

 

Ogni essere umano ha dentro di se un fiume inarrestabile che gli può fare vincere qualunque battaglia. Ogni persona ha un potere della mente che, come l'acqua, può tracciare una nuova via anche nel terreno più difficile.

COS'E' LA KINESIOLOGIA APPLICATA

 

La Kinesiologia Applicata consiste in una tecnica valutativa ideata da G. Goodheart. Si basa sul principio che l'essere umano è unico e inscindibile. Ogni volta che apportiamo delle modificazioni a questo sistema, questi reagisce attraverso meccanismi di vario tipo ( biochimico, metabolico, emozionale) che hanno sempre in comune un riscontro sul piano della muscolatura scheletrica.
Ogni input viene prontamente registrato dal nostro cervello che  modifica il tono muscolare, creando debolezze se è per lui negativo, modificando con il tempo, sia la postura, sia aprendo la strada a possibili malattie.
Tutto questo il Naturopata che conosce la Kinesologia lo verifica attraverso dei test grazie ai quali  è in grado di comunicare con il sistema nervoso centrale che, con il rimedio giusto, sia esso un Fiore di Bach, un Fitoterapico, un Oligoelemento o altro,  farà rinforzare immediatamente il muscolo risultato precedentemente debole.
Grazie a questo si è in grado di ripristinare l'equilibrio fisico e/o emozionale permettendoci di migliorare la nostra qualità di vita e riacquistare la nostra salute.

LA FLORITERAPIA

 

La Floriterapia messa a punto in Inghilterra dal Dott. Edward Bach costituisce uno dei principali strumenti per trattare in maniera fisiologica le problematiche psicoemotive dalle quali possono scaturire disturbi fisici.
L'origine dei malesseri dell'uomo sta nel venir meno del naturale equilibrio. E' cosa c'è di meglio del fiore, la parte più energetica della pianta, per riportare all'equilibrio perduto?
Questo è stato il principale obiettivo del Dott. Bach: combinare materia ed energia, corpo e mente, per formare una nuova conoscenza olistica.

IL NATUROPATA

 

Quando andare dal Naturopata
La nostra salute risiede nell'equilibrio psicofisico che costruiamo ogni giorno. Le malattie non insorgono improvvisamente, ma sono il risultato di atteggiamenti e abitudini scorrette, protratte per lungo tempo.
E' importante imparare ad osservarci: ci sono tanti piccoli segnali che siamo abituati a "sopportare", ma che aprono la strada a future patologie e ci peggiorano la qualità della vita, come ad esempio: mestruazioni dolorose, problemi intestinali, gonfiori, cefalee, sintomi recidivanti, insonnia, disturbi ginecologici, dolori erranti, sbalzi d'umore, nervosismo, paure, ansie, stress e altro.
In questa fase è molto importante consultare il Naturopata, perchè ci aiuta a riappropriarci dell'equilibrio.
Il Naturopata non si sostituisce al Medico, ma collabora con lui nel sostenere anche persone costrette ad assumere farmaci dando consigli alimentari, intervenendo a livello emozionale con i Fiori, sostenendo con la Fitoterapia, l'Oligoterapia, la Riflessologia Plantare e altre tecniche.

MEDICINA ORIENTALE

 

Nella Medicina Orientale la diagnosi non rappresentava un metodo di classificazone dei sintomi ma bensì un modo di vedere il passato, il presente e il futuro nella salute e nella vita delle persone. Fondamento di questa arte medica e di tutta la filosofia e cultura orientale è il Principio Unificatore - Yin e Yang - che ci insegna come tutte le cose abbiano una connessione secondo la legge degli opposti-complementari. Il modo di camminare, l'atteggiamento, le caratteristiche del nostro aspetto, il suono della voce, tutte le nostre manifestazioni esteriori sono direttamente connesse al nostro stato di salute.
Siamo la rappresentazione e il riassunto dello stato di salute dei nostri genitori, dell'ambiente in cui viviamo, del cibo di cui ci nutriamo e delle emozioni che proviamo. Per questo la diagnosi diviene molto di più di un modo per rimediare ad una malattia: è un mezzo per comprendere noi stessi, la nostra vita, il nostro rapporto con l'Universo.
Adriana Arlotti